Adattamento

Adattamento

“In questi mesi ognuno di noi si è dovuto mettere in gioco, uscendo dalla propria comfort zone, per cercare di dare il proprio contributo a far funzionare al meglio il nostro ospedale anche nell’era Covid.”  – PROF. G.U

TESTIMONIANZA INTEGRALE:

Ho accettato volentieri l’invito anche perché la mia storia personale è particolarmente legata alla pallavolo che ho praticato con grande passione in età giovanile fino all’età di 23 anni quando ho dovuto smettere per gli impegni di studio universitari.

Nella mia vita devo dire che tutto è servito, anche la mia passione giovanile per la pallavolo, un gioco di squadra per eccellenza. Forse anche questa passione per la pallavolo è stata uno degli elementi che mi ha spinto a privilegiare una professione come quella del medico in cui il lavoro d’equipe è decisivo.

Ho scelto di iscrivermi a Medicina perché al liceo avevo una preferenza per le materie biologiche che avevo potuto scoprire attraverso le lezioni della mia temutissima prof. di Scienze del Liceo Scientifico che frequentavo a Rimini, la mia città natale. Attraverso la fatica dello studio ho potuto però scoprire una bellezza e una passione per l’anatomia e la fisiologia del corpo umano che ci costringeva a studiare in maniera molto dettagliata (e forse anche po’ eccessiva per dei ragazzi di un liceo).

Nonostante al liceo non fossi stato uno dei primi della classe durante l’Università i sei anni di studio nella Scuola di Medicina non mi sono pesati in maniera particolare, perché avevo ben chiaro che attraverso la fatica dello studio avrei potuto prepararmi a fare ciò che desideravo: una professione in cui avrei potuto fare qualcosa di utile per le altre persone.

Dopo 6 anni di medicina, 5 di specializzazione in chirurgia, 3 di dottorato di ricerca (e 2 anni negli Stati Uniti) ho iniziato a lavorare come chirurgo al Policlinico S’Orsola di Bologna e dal 2016 mi sono trasferito a lavorare come primario di Chirurgia Generale presso l’Ospedale di Faenza/Lugo dove mi occupo principalmente di chirurgia mini-invasiva (laparoscopica) dell’apparato digerente.

Ho sempre amato il mio lavoro e devo dire che anche in questi difficili mesi da quando si è diffusa la pandemia Covid-19, sono sempre andato ogni giorno a lavorare volentieri.

In questo periodo a me e alla mia equipe è stato chiesto di continuare ad operare pazienti con gravi patologie (prevalentemente oncologiche), pur con le notevoli difficoltà di convivenza con una pericolosa malattia virale, molto contagiosa e ancora oggi poco conosciuta, che può colpire in ogni momento ognuno di noi e ognuno dei nostri pazienti.

E’ stata ed è una sfida dura ma appassionante che ha richiesto a tutti (medici e operatori sanitari) di cambiare il proprio modo di lavorare, riorganizzando completamente le attività di reparto, ambulatoriali e anche il lavoro in sala operatoria al fine di ridurre al minimo il rischio di contagi. In questi mesi ognuno di noi si è dovuto mettere in gioco, uscendo dalla propria “comfort zone”, per cercare di dare il proprio contributo a far funzionare al meglio il nostro ospedale anche nell’era Covid.

E’ stato solo grazie ad un grande lavoro di squadra che in questi mesi abbiamo potuto operare centinaia di pazienti rispondendo la loro bisogno di essere curati per gravi patologie non legate al Covid ma altrettanto invalidanti.

Questa esperienza ci ha fatto capire ancora di più che grandi risultati si ottengono solo lavorando insieme e cercando di migliorarsi per adattarsi alle sfide che la vita ti pone davanti.

PROF. G.U. – DIRETTORE UO CHIRURGIA GENERALE OSPEDALE DI FAENZA/LUGO (AUSL ROMAGNA) e PROFESSORE ASSOCIATO UNIVERSITÀ DI BOLOGNA.