Sogni e bisogni in casa clai

Una nuova stagione è alle porte e la Csi Clai Solovolley è pronta per profondere tutte le proprie energie sotto tutti i punti di vista: giocatori in campo, allenatori in panchina, dirigenti consiglieri e collaboratori ognuno secondo il proprio ruolo.
Tocca al presidente del gruppo Paolo Busato, tracciare un profilo della propria società raccontandoci \”Sogni e Bisogni in casa Clai\”.

Sta iniziando una nuova stagione, sotto quali auspici?
Ora che abbiamo completato la fusione con il Solovolley e avviata la collaborazione molto stretta con la Pallavolo Imola, ci sentiamo più motivati a condurre un buon lavoro. La nostra principale preoccupazione è poter fare un buon lavoro tecnico in palestra e, al tempo stesso visto che parliamo per la maggior parte di adolescenti, cercare di trasmettere alle ragazze e ai ragazzi i valori educativi fondanti per la loro esistenza. Non sempre le scelte sono facili e spesso c\’è il timore che siano veramente quelle giuste, e in certi casi è anche una scommessa per noi, ma sicuramente c\’è la speranza di poter raccogliere risultati sportivi e umani in futuro. Attualmente possiamo affermare che il 50% della rosa della prima squadra è uscito dalle giovanili e questo ci inorgoglisce, ci stimola a continuare su questa strada.

La prima squadra che ponete in campo è nella serie B2 femminile, un traguardo ma anche una ripartenza?
Se parliamo della prima squadra, coach Turrini è una garanzia. Purtroppo ci hanno lasciato (a malincuore) per motivi familiari e fisici le veterane Iezzi e Raggi però siamo in presenza dell’arrivo delle sorelle Grasso, il ritorno della Piolanti e della Gasperini e la scommessa sulla crescita delle giovani Grillini, Tesanovic, Aberti e Battilani. Anche per questo anno che va ad iniziare il campionato di B2 con l\’obiettivo della salvezza.

La società si compone di tante squadre e di un corposo centro di avviamento (il più numeroso e qualificato del Circondario imolese). Quanto risulta complesso riuscire a organizzare la stagione pallavolistica per tanti gruppi?
Non è cosa semplice gestire una società che conta 430 tesserati con una serie B2 nazionale, una serie C e una serie D regionale e l\’aggiunta di tutti i gruppi giovanili. Tutto questo richiede una task force di volontari e volontarie che pongono a disposizione il loro tempo libero nel programmare, coordinare e gestire ogni gruppo. E\’ grazie a queste persone, i miei indispensabili collaboratori, che si forma la squadra del management della società e che grazie all\’entusiasmo e all\’impegno costante verranno i risultati. Nel lavoro di squadra ho poi notato che la pazienza risulta fondamentale, una dote che pare spesso scomparsa, e dona a chi la indossa caratteristiche di pregio.

Anche l\’aspetto economico non può essere secondario. Per gestire una realtà così complessa sono necessari i giusti fondi. In che misura la crisi sta complicando la vita ai dirigenti?Moltissimo! Tutti i giorni veniamo a conoscenza di società che cedono titoli sportivi, che portano a termine fusioni per ridurre i costi e poter continuare l\’attività. La situazione è molto difficile e pericolosa per cui bisogna tenere sotto controllo in continuazione l\’aspetto economico, considerando anche gli imprevisti e gli infortuni di percorso. Per nostra fortuna la Cooperativa CLAI ha rinnovato la fiducia nel nostro lavoro e insieme ad altri amici sponsors potremo permetterci di poter affrontare la prossima stagione con sufficiente, anche se non fantastica, tranquillità. Noi siamo concentrati nell\’ottenere dei buoni obiettivi sportivi ed educativi, la tradizione Spadoni non è finita.

Che cosa ripaga la Dirigenza di tutto l\’impegno che viene profuso?
La fatica è tanta, molti dirigenti (e sono tanti) appena terminano i propri impegni di lavoro si precipitano nei campi di gioco per supportare allenatori e tesserati, per gestire ogni difficoltà e bisogno, a volte perfino mettendo in secondo piano la propria famiglia. L\’entusiasmo in tutti noi è fondamentale ma c\’è anche la consapevolezza di essere utili per creare un buon ambiente familiare dove i genitori sanno che possono essere tranquilli. La prova dell\’affetto delle famiglie si è rivelata nel torneo Acqua Splash di luglio dove tanti genitori hanno gestito in un clima di festa lo stand gastronomico (e questo per tre giorni e tre notti).

E infine, gli spazi e gli impianti dove praticare la vostra attività sono sufficienti per le esigenze che si prospettano?
In tanti anni che frequento palestre e palazzetti, non ho mai trovato una società soddisfatta degli spazi ottenuti, ma guardandomi attorno rimango perplesso e non riesco a capire quale sia il criterio adottato per l’assegnazione. I tesserati, i risultati sul campo, i gruppi, la qualità e la professionalità del lavoro in palestra, ogni criterio può essere giusto, l’importante è che ci sia.
Quest’anno abbiamo la novità di una serie C neo-promossa che ha un buon seguito di pubblico, circa 200-300 persone, ma purtroppo la palestra Penazzi dove si allena per regolamento non può contenere, per norme di sicurezza, tutti gli appassionati e i genitori che vorrebbero seguire la squadra durante le partite. Insomma, una serie C nella palestra Penazzi è sicuramente fuori luogo. E\’ sufficiente andare a vederla e immaginare il pubblico posto ai bordi del campo, fino alla riga di gioco. Abbiamo cercato alternative senza trovarle, non vorremmo portare ragazze ventenni a giocare fuori Comune. Speriamo in una soluzione imolese e nella collaborazione dell\’amministrazione comunale.