Responsabilità

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“Perché ho scelto questa professione? Di preciso non lo so ma ho sempre saputo che avrei svolto un professione sociale a stretto contatto con altre persone, un lavoro in cui il mio saper fare può cambiare una situazione ed il mio saper essere può portare supporto psicologico agli altri.” – S.M. 45 anni

“Ogni giorno cerco di portare avanti quell’idea nel mio lavoro cercando di essere d’aiuto alle persone. Per far ciò bisogna saper ascoltare e studiare, tanto e sempre, in modo da poter offrire la miglior risposta alle necessità di chi abbiamo di fronte” – D.B. 34 ANNI

TESTIMONIANZE INTEGRALI:

Ho avuto le idee chiare fin da bambina “io farò l’infermiera” ho sempre detto e considerato che volere è potere eccomi qua a raccontare 23 anni di corsia. Perché ho scelto questa professione? Di preciso non lo so ma ho sempre saputo che avrei svolto un professione sociale a stretto contatto con altre persone, un lavoro in cui il mio saper fare può cambiare una situazione ed il mio saper essere può portare supporto psicologico agli altri.

Svolgiamo un lavoro sempre in continuo movimento, di fondamentale importanza per la società, la formazione, lo studio e l’aggiornamento sono indispensabili. L’infermiere può scegliere se lavorare con bambini, adulti o anziani, in ospedale, in struttura, in ambulatorio o al domicilio.  Dopo la laurea in scienze infermieristiche si possono continuare gli studi e conseguire  varie specializzazioni ed inoltre si può anche intraprendere la carriera dirigenziale, insomma una professione sempre in movimento.

Attualmente lavoro in una terapia intensiva covid e quest’ultimo anno è stato molto impegnativo sia dal punto di vista fisico che psicologico. Il lavoro di squadra è fondamentale, con i colleghi si condividono momenti pieni di tensione molto intensi,  dove servono grinta e sangue freddo per cui siamo l’uno il supporto dell’altro. Non chiamateci eroi ma professionisti.

S.M.45 ANNI – INFERMIERA TERAPIA INTENSIVA COVID – LUGO

Quando mi è stato chiesto il perché ho deciso di fare il farmacista ci ho pensato un po’ e non ho trovato una vera risposta. Però mi sono tornati in mente due ricordi di quando da bambino andavo in farmacia: la felicità di quando mia nonna mi comprava le zigulì e lo stupore nel vedere che il farmacista sapesse sempre cosa consigliare per ogni problema.

Sono passati tanti anni da quei momenti però ogni giorno cerco di portare avanti quell’idea nel mio lavoro cercando di essere d’aiuto alle persone. Per far ciò bisogna saper ascoltare e studiare, tanto e sempre, in modo da poter offrire la miglior risposta alle necessità di chi abbiamo di fronte perché essere farmacista non si ferma a dispensare il prodotto chiesto o prescritto ma è studiare e proporre un percorso personalizzato a 360° verso il benessere.

Questi mesi di emergenza hanno profondamente cambiato il nostro lavoro: sono aumentati i compiti, la burocrazia, le richieste di consiglio e di aiuto. Noi siamo sicuramente un più stanchi e un po’ più stressati, ma abbiamo imparato a reinventarci diventando anche  telefonisti, segretari, fattorini, punto informazioni e a volte confidenti, in tutti i casi però sempre pronti ad ascoltare, consigliare ed anche a regalare un sorriso e un pizzico di speranza.

D.B. 34 ANNI – FARMACISTA