L'anima di Studio Montevecchi in Csi Clai

L'anima di Studio Montevecchi in Csi Clai

Dopo la prima presentazione dei nostri sponsor, doverosamente dedicata allo storico main sponsor Clai, proseguiamo la nostra carrellata dedicata agli sponsor che sostengono la nostra attività. Dopo Clai, non si poteva che proseguire con il marchio impresso nel nome della seconda squadra del gruppo Csi Clai; si tratta di Studio Montevecchi, “azienda fondata nel 1985 che trae origine dal percorso di lavoro e dalla formazione personale di Venerio Montevecchi, perito industriale con un talento e una vocazione speciali per la scrittura, la didattica e la divulgazione culturale e tecnica. Un percorso che il fondatore iniziò in seno a due importanti realtà industriali di Imola: la Benati e la Sacmi.” (estratto dal sito web https://www.montevecchi.it). Per una presentazione dell’azienda ci siamo rivolti a Marco Mirri, già in Csi Clai prima con il ruolo di padre di Marianna e Marta, poi con un ruolo di collaboratore.

Qual è il vostro rapporto con lo sport?

“Io ritengo lo sport un aspetto della vita di grande importanza, direi strategico, sia fatto da giovani in modo agonistico, diciamo spinto, sia da adulti in modo amatoriale. Ancora oggi mi “tengo in vita” praticando nuoto agonistico amatoriale con una nota società imolese di alto livello.

Credo anche molto nell’aspetto educativo dello sport, sicuramente di squadra ma anche individuale. Ti insegna a stare in gruppo, ad essere pronto ad aiutare qualcuno in difficoltà, a fare un passo indietro quando è necessario, o a stringere i denti e soffrire per ottenere qualcosa di buono.

Non c’è solo lo sport, esistono anche tante altre realtà che contribuiscono alla buona educazione dei ragazzi, lo Scoutismo tanto per fare un esempio, e non possiamo nemmeno noi genitori delegare tutto a queste, sarebbe troppo comodo, ma indubbiamente lo sport gioca un ruolo importante; gli allenatori bravi lo sanno, sentono questa responsabilità e ci mettono tutta la loro passione.”

Cosa vi ha convinto ad unire il vostro nome con quello di Csi Clai?

“Diciamo che il nostro rapporto con la Csi Clai risale ai tempi di quando le mie figlie Marianna e Marta giocavano in questa società, e lo hanno fatto per tanti anni. La grande poi ha vissuto un lungo percorso partito dall’Under 12 con Francesco Spadoni, passando per tutte le categorie giovanili, fino alla serie C. La piccola ha smesso un po’ prima ma ha tratto esperienze e amicizie che porterà con sé tutta la vita.

Ho fatto anche quattro anni nel consiglio direttivo della Csi Clai, so bene cosa significhi trovare le risorse per far girare bene gli ingranaggi della macchina sportiva, quindi il passo è stato breve e senza indugi.”

Che ruolo ha la sponsorizzazione nella vostra azienda?

“La nostra azienda ha sempre dato molta importanza alle società sportive locali, anche per i motivi di cui ho accennato sopra. Abbiamo una tradizione sportiva nella nostra città, invidiabile, quindi ci siamo sempre adoperati per contribuire, nel nostro piccolo e con quello che si può, a tenerla viva.”

Ci può raccontare qualche breve cenno storico sulla vostra attività

“Lo Studio Montevecchi esiste dal lontano 1986 fondata come impresa individuale da Venerio Montevecchi padre del mio socio e amico Matteo, poi trasformata in Società, fino ai nostri giorni dove contiamo 24 collaboratori, più alcuni esterni. Ci rivolgiamo alle aziende per fornire servizi di documentazione e illustrazione, tecnica e commerciale, sia per uso interno, che per la loro clientela. Abbiamo sempre avuto il privilegio di lavorare con le grandi aziende imolesi e questo ci ha permesso di crescere e di espandere le competenze.”

Stiamo vivendo un periodo molto particolare e delicato, come lo state affrontando?

“Quello che sta succedendo è un qualcosa di veramente impensabile, nessuno, solamente un anno fa, poteva immaginarsi tutto questo. Proprio per il fatto di avere il privilegio di collaborare con aziende solide, abbiamo sempre lavorato, attingendo pochissimo alla cassa integrazione. Inutile nascondere comunque che si tratta di un periodo di grande incertezza che ti fa un po’ “navigare a vista”. Penso a tutte quelle realtà, magari qualcuna anche nata tra il 2019 e il 2020 dai sacrifici di qualche giovane, che in questo momento gli è impedito di lavorare, non posso fare altro che esprimere solidarietà e vicinanza. Abbiamo comunque fatto quadrato coi nostri collaboratori, diamo molta importanza al rapporto diretto e fiduciario con loro, come in una squadra, e questo è sempre vincente.

Mi permetto un pensiero, per chiudere. Mi auguro che tutto questo possa insegnarci qualcosa, deve farlo, altrimenti sarebbe un dramma nel dramma. Ci deve interrogare su che Mondo abbiamo costruito, perché invece che a misura d’uomo, sembra un po’ più a misura di virus, o di dollaro. I dubbi mi assalgono, specie quando vedo che ci siamo fatti trovare un po’ impreparati anche sulla seconda ondata, quando tutti sapevamo che sarebbe arrivata; è molto grave. Ma sono ottimista, confido molto nei giovani, che sono i nostri figli e su quelli che saranno i loro figli; possono fare meglio di noi.”